Racconto, storia e testimonianza di chi ha immaginato, disegnato e costruito l’opera 

Un volume Webuild-Rizzoli dedicato alla costruzione del Ponte Genova San Giorgio: le voci di quanti hanno preso parte al progetto accompagnate da un racconto fotografico che ripercorre le fasi costruttive del ponte e dà un volto a ingegneri, tecnici e operai specializzati, ripercorrendo i mesi che hanno visto nascere il nuovo ponte. 

Testi, disegni e immagini che si susseguono e che forse potrebbero essere riassunti nel sottotitolo del libro: “Cronaca di una rinascita”. Perché di rinascita si parla, non solo da un punto di vista pratico, con il viadotto che sorge dopo il crollo del Ponte Morandi, ma in una chiave più ampia che punta ad abbracciare l’intera città. 

Il volume unisce così racconto e ricordo, aspetti tecnici e tecnologia, esattamente com’è nel dna di questa infrastruttura leggera ma solida, trasparente ma forte, sostenibile e innovativa. Tutti aggettivi che il nuovo ponte Genova San Giorgio indossa con naturalezza. Oltre all’impegno, la passione, la dedizione offerte dagli uomini e dalle donne di Webuild che hanno realizzato l’impresa ci sono la forma e la sostanza di un’opera bella, ma soprattutto discreta – come l’ha immaginata Renzo Piano – perché entra nel paesaggio di Genova e negli sguardi della gente chiedendo permesso. Un’opera nata per ricucire una ferita e oggi simbolo di rinascita per una città e una nazione intera.

Nel libro fotografico vengono così raccontati e celebrati il sacrificio e il lavoro di tutti quelli che hanno contribuito alla costruzione di quest’opera grandiosa. Non importa se imprenditori, manager, tecnici o maestranze: tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione del nuovo ponte hanno aggiunto un tassello importante allo sviluppo del nostro Paese. Un ponte che prima di tutto è stato cantiere, con le storie di vita vissuta e la passione di chi in questo cantiere ha vissuto e lavorato notte e giorno, ventiquattr'ore su ventiquattro, trasformandolo in un grande sforzo collettivo sotto gli occhi del mondo. 

A causa dei tempi strettissimi previsti per le lavorazioni e delle sfide sempre nuove che si sono verificate nel corso dei mesi, il cantiere è diventato, allo stesso tempo un luogo dove l’imprevisto era dietro l’angolo e un fiore pronto a sbocciare. In questo perenne equilibrio instabile, il nuovo ponte Genova San Giorgio è figlio della tecnologia e del saper fare, dell'estetica e dell’ingegneria, della tecnica quasi artigianale e del soffio imprenditoriale dell’Italia.

Dalla sicurezza dell’opera alla cura estetica di ogni singolo materiale utilizzato, il ponte è divenuto l’esempio di quanto di bello e di grande qualità il nostro Paese è capace di fare, grazie a due unici, fondamentali ingredienti: la competenza e la passione di quanti hanno messo da parte la propria vita personale e si sono spesi per realizzare qualcosa di più grande.